Sondaggio, due intervistati su tre ritengono che all'origine ci siano condizioni di disagio sociale, di svantaggio economico e di conflittualità familiare

I numeri sulla povertà educativa minorile nel nostro Paese sono allarmanti e in forte crescita. Secondo i dati raccolti dalla Fondazione Openpolis nel 2005 era assolutamente povero il 3,9 per cento dei minori di 18 anni. Un decennio dopo la percentuale di bambini e adolescenti in povertà è triplicata, e attualmente supera il 12 per cento.

La povertà materiale è una delle cause, anche se non l’unica, della povertà educativa minorile, ovvero l’impossibilità per milioni di bambini e adolescenti di avere accesso alla conoscenza, alla formazione e quindi agli strumenti per costruire il loro futuro. Secondo un’indagine demoscopica dell’Istituto Demopolis presentata oggi a Roma nella sede dell’Acri sarebbe la “disattenzione dei genitori” la principale causa del fenomeno; ma due intervistati su tre individuano come cause anche le condizioni di disagio sociale, di svantaggio economico e di conflittualità familiare. Il 59 per cento degli intervistati segnala il degrado dei quartieri di residenza mentre uno su due segnala la frequenza scolastica irregolare, gli stimoli inadeguati, le scarse occasioni culturali e del tempo libero, l’uso eccessivo dei social network.

In un contesto in cui le disuguaglianze sociali ed economiche continuano ad aumentare, per il 63 per cento degli italiani intervistati da Demopolis le probabilità di un ragazzo nato da una famiglia a basso reddito di avere successo sono oggi più basse rispetto a 20 o 30 anni fa. Neanche la scuola basta più da sola. Del resto, secondo l’indagine, solo l’11 per cento degli intervistati concorda sull’assunto che la scuola sia l’unica istituzione deputata alla crescita dei ragazzi, mentre emerge una nuova consapevolezza: la responsabilità della crescita dei minori è di tutta la comunità (46 per cento). Tuttavia L’unica dimensione di apprendimento non curriculare dichiarata dalla maggioranza degli intervistati è lo sport. Solo metà dei ragazzi, negli ultimi 12 mesi, ha partecipato a spettacoli, presso cinema o teatri. Il 58 per cento dichiara che i figli, nell’ultimo anno, non hanno letto libri.

I dati dell’indagine di Demopolis confermano che tra gli italiani è largamente diffusa la consapevolezza che il contrasto alla povertà educativa minorile è cruciale per lo sviluppo del Paese” commenta Francesco Profumo, Presidente di Acri. Che aggiunge: “Questa è una delle idee alla base dell’avvio del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, promosso da Fondazioni di origine bancaria, Governo e Forum Nazionale del Terzo settore, che proprio su questo fronte ha stabilito di intervenire. Perché lo sviluppo sostenibile passa dall’intreccio di dinamiche economiche, sociali e ambientali. Offrire ai giovani opportunità concrete per formarsi e crescere liberi, coinvolgendo le comunità, è la chiave su cui puntare per contribuire a contrastare la povertà”.

Il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD.

In tre anni, grazie al Fondo sono stati avviati 355 progetti in tutta Italia con un contribuito complessivo di circa 281 milioni di euro. Gli interventi interessano oltre 480 mila bambini e ragazzi, insieme alle loro famiglie, che vivono in condizione di disagio, coinvolgendo direttamente circa 8.000 organizzazioni, tra Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati. Con i Bambini inoltre ha promosso con openpolis l’Osservatorio sulla povertà educativa minorile, per qualificare il dibattito e fornire ai decisori dati e informazioni importanti sul fenomeno in Italia. www.conibambini.org