L’associazione Giorni Nuovi è una delle realtà impegnate a intessere relazioni fra l’interno e l’esterno della casa circondariale con il sostegno di Fondazione

I mesi di pandemia non hanno interrotto le progettualità che la Casa di reclusione di Castelfranco Emilia porta avanti a beneficio del futuro reinserimento delle persone coinvolte: dalla lavanderia industriale alla produzione di tortellini grazie alle “Maestre Sfogline di Castelfranco Emilia”, dal progetto teatrale alla realizzazione e commercializzazione di ostie.

“Da parte di questa struttura c’è uno sforzo evidente – sottolinea il Presidente della Fondazione di Modena Paolo Cavicchioli – per creare relazioni con la comunità che la ospita, anche attraverso un incessante dialogo fra l’interno e l’esterno e con progetti di valore. Abbiamo potuto toccare con mano esperienze positive realizzate col sostegno di enti locali e istituzioni e azioni svolte da realtà associative: progetti che vogliono proporre occasioni di crescita e formazione. C’è una tensione positiva di comunità a far sì che la Casa di reclusione di Castelfranco non sia una realtà avulsa dal contesto territoriale: tocca alle persone coinvolte cogliere a pieno l’occasione di riscatto che questo significa”.

Fra i progetti in corso, diversi trovano il sostegno di Fondazione di Modena. Il rapporto fra Fondazione e la struttura di Castelfranco è infatti attivo da diversi anni ed ha visto la realizzazione di più azioni con positive ricadute: già nel 2016 con il progetto “Libertà dietro le sbarre” attuato dal CSI per la creazione di gruppo di psicodramma in carcere, un metodo di approccio psicologico che rappresenta un primo possibile anello di una continuità terapeutica verso l’esterno. E poi, rimodulato causa pandemia, il laboratorio teatrale condotto dal regista Stefano Tè e dagli attori del Teatro dei Venti con le prove di “Odissea” e il percorso di produzione creativa e scrittura. E ancora, l’acquisto un furgone per la commercializzazione ed il trasporto delle ostie e particole prodotte dai detenuti e usate nelle messe da alcuni parroci modenesi e bolognesi. Un progetto, quest’ultimo, che l’associazione “Giorni Nuovi” sta portando avanti nel laboratorio sviluppato all’interno della Casa di reclusione.