Verso la nuova produzione 2026: un percorso artistico condiviso tra attori detenuti degli istituti penitenziari di Modena e Castelfranco Emilia, professionisti e allievi del Teatro dei Venti
Il progetto Macbeth segna l’inizio di una nuova traiettoria di ricerca del Teatro dei Venti: un processo creativo che nasce dal lavoro congiunto tra attori e attrici detenuti degli istituti penitenziari di Modena e Castelfranco Emilia, insieme agli attori e agli allievi attori della compagnia. L’obiettivo è costruire un percorso di creazione a partire dal testo di Shakespeare, indagando i temi del potere, della colpa, dell’ambizione e della caduta, fino a toccare le zone più fragili e misteriose dell’esperienza umana. Il lavoro non si esaurisce in una produzione finale, ma cresce come laboratorio permanente in cui la scena diventa spazio di incontro, di scambio e di trasformazione reciproca. Macbeth prende forma all’interno dell’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro in Carcere, programma sostenuto dal Ministero della Giustizia dedicato alla formazione nei mestieri dello spettacolo. Il progetto intende trasformare il tempo della detenzione in opportunità di crescita, competenza e relazione, riconoscendo nel teatro un dispositivo capace di creare legami e ampliare orizzonti. La nuova produzione, in debutto nel 2026, nasce da mesi di lavoro nelle sale del Teatro dei Segni e all’interno delle carceri: un percorso che mette al centro la presenza dei corpi nello spazio, la costruzione dell’immagine scenica, la tensione tra grandi aperture e luoghi più ristretti, fisici ed emotivi. La ricerca sull’opera shakespeariana non è un adattamento lineare, ma un’indagine che procede per tentativi, ascolto, riscritture, attraversamenti.
Il progetto si innesta inoltre nel cammino tracciato da Abitare Utopie, sostenuto da Fondazione di Modena e sviluppato negli ultimi anni tra quartieri, carceri, borghi e luoghi della fragilità.
Un progetto che rappresenta il prototipo avanzato di un’azione culturale capace di unire creatività e comunità, in funzione di una reale coesione sociale. Avviato nel 2020, Abitare Utopie ha attraversato quattro luoghi: il Quartiere San Giovanni Bosco, le Carceri di Modena e Castelfranco Emilia, il Borgo di Gombola e il Luogo della Follia. L’obiettivo del percorso è stato quello di favorire relazioni tra comunità e promuovere la crescita individuale e collettiva nei diversi contesti, in un’ottica di rigenerazione urbana e artistica.